Terzo appuntamento della scuola di politica dell’Associazione Benecomune, lunedì 18 dicembre è andato in scena l’On. Andrea Giorgis. Una serata dedicata al rapporto fra lo Stato e le Regioni che ha regalato un approfondimento molto interessante dei rapporti fra i due livelli di governo del territorio, partendo dalle funzioni esclusive dello Stato, passando a quelle concorrenti e per arrivare a quelle non espresse nella Costituzione e quindi di competenza delle Regioni. Un rapporto complicato, soprattutto laddove si parla di temi esclusivi e di quelli non espressi e quindi regionali, che rendono di difficile interpretazioni tante azioni che nel tempo sono state intraprese dalle Regioni a statuto ordinario.
In pochi articoli della Costituzione viene regolato il tutto. In particolare l’art. 117 conferisce la potestà legislativa ed elenca le materie esclusive dello Stato. Poi un secondo elenco evidenzia quelle concorrenti. Quelle non attribuite e non ricomprese nei due elenchi sono di spettanza delle Regioni, ma in sostanza nei primi due elenchi c’è già praticamente tutto… I conflitti fra Stato e Regioni nascono dagli aspetti economici per esercitare le competenze. È quindi una questione di risorse per garantire i livelli essenziali definiti dallo Stato. Quando qualcosa non è chiaro in termini di competenze occorre ricorrere alla Corte Costituzionale a cui si possono rivolgere entrambi. Si è poi fatto un accenno ai referendum Lombardo e Veneto recenti con l’evidenza che per come sono stati impostati hanno avuto solamente uno scopo politico, per non dire demagogico. Il tema era trattenere la fiscalità, ma non è lo strumento dei referendum a poter trattare questo tema, esclusivo dello Stato.
Nella seconda parte della serata si è poi trattata la nuova legge elettorale, quella con cui realisticamente a marzo saremo chiamati a rinnovare il Parlamento Italiano. Legge praticamente uguale per le due camere, se non per i seggi a disposizione, doppi alla Camera rispetto al Senato. Si tratta di una legge, in estrema sintesi, per un terzo maggioritaria e due terzi proporzionale. Nei collegi uninominali avremo il nome del candidato sostenuto da una o più liste (coalizione) a confronto con gli altri candidati delle altre liste. Viene eletto colui che avrà un voto in più degli altri. Nei collegi proporzionali si vota invece il partito che ha già una lista prefissata di massimo 4 candidati. Con un complesso metodo di calcolo proporzionale verranno attribuiti i seggi su base nazionale ai diversi partiti e di conseguenza eletti i candidati tanti quanti saranno i seggi assegnati. La cosa che ha suscitato più interesse e anche sorpresa è la scheda. In sostanza è una sola su cui si vota sia per l’uninominale che per il proporzionale. Il voto può essere solo congiunto, nel senso che se si vota una parte politica (lista o coalizione) per l’uninominale, conseguentemente anche per il proporzionale si può scegliere solo un simbolo di quella coalizione o quindi la lista che sostiene il candidato uninominale. Ovvero se si vota una lista per il proporzionale, anche se non si traccia un segno sul nome del candidato all’uninominale collegato a quel partito scelto, automaticamente il voto andrà a quella persona. Eventuali voti disgiunti annullano la scheda.
Insomma una serata interessante, ricca di contenuti, egregiamente spiegati dall’On. Andrea Giorgis che si è fatto molto apprezzare dai presenti per la capacità di esposizione, competenza e conoscenza della materia. Ricordiamo che è anche docente di Diritto Costituzionale all’università di Torino.
Per chi non ha potuto partecipare ricordiamo che la registrazione della serata è disponibile sul canale Youtube dell’Associazione (clicca qui per il video).
I prossimi appuntamenti sono previsti a gennaio, con la partecipazione del Sindaco di Collegno e del ex Presidente della Provincia di Rimini.